Termina l’estate, inizia l’autunno; le foglie cadono, gli amori nascono. Le nostre foreste, nel periodo che va da settembre a ottobre, sono animate da folli gesta d’amore che vedono protagonista sua maestà re di tutti i boschi, dalle Alpi agli Appennini, il cervo.
E’ il più grosso ungulato selvatico dei nostri confini, un esemplare maschio raggiunge con facilità due quintali di peso, possiede un maestoso palco ramificato e una folta criniera alla gola che gli conferiscono quell’aspetto regale degno del titolo che porta.
Non solo, proprio in questo periodo esprime tutta la sua potenza essendo perennemente in competizione con gli altri maschi adulti della zona, per contendersi le femmine che andranno a formare il suo harem e assolvere così all’unico vero fondamentale primordiale scopo della nostra presenza (nessun essere vivente esonerato) su questa terra, la riproduzione.
Nel periodo degli amori gli individui maturi che hanno raggiunto circa i 5 anni di età, vengono pervasi da un livello di testosterone mai provato, la zona che interessa la gola e le corde vocali si ingrossano e le sue sembianze si fanno più imponenti e minacciose.
Al crepuscolo si odono profondi e rauchi “ruggiti” provenire dai fitti boschi o dalle praterie, i bramiti. Tali suoni, che possono verificarsi per tutta la notte e per molti notti di seguito, vengono emessi in sequenza e accompagnati talvolta da alcuni colpi più secchi, la cosiddetta “tosse”, e servono a dimostrare chi è il più forte fra i maschi della zona. Se ciò non bastasse a far valere la propria supremazia , si passa allo scontro vero e proprio: a testa bassa i due animali si sfidano urtandosi con i possenti palchi, circa 10 kg di ramificazioni in testa, che spesso possono incastrarsi fra di loro. Quasi mai si arriva ad epiloghi spiacevoli, l’individuo meno forte desiste indietreggiando.
Il periodo dell’amore è tutt’altro che idilliaco per il cervo, si rivela caratterizzato da molta tensione fisica e psicologica: l’animale perde quasi il 20% del suo peso corporeo, molte energie vengono disperse e la ricerca del cibo passa in secondo piano; l’ unico intento quotidiano rimane quello della riproduzione e dei rituali ad essa legati.
Affermato il suo predominio, sarà libero di accoppiarsi con quante più femmine possibile che a primavera inoltrata, la gestazione dura 8 mesi e mezzo, daranno alla luce la sua prole, solitamente un piccolo per parto.
Per individuarne uno.
Il cervo (Cervus elaphus) è un erbivoro di grandi dimensioni, più grande degli altri cervidi presenti, il daino e il capriolo con i quali le lo si può confondere: la sua lunghezza, compresa sia la testa che il corpo, va dai 160 ai 250 cm, l’altezza al garrese è 100-150 cm, il peso va dai 100 ai 250 kg considerando un maschio adulto, mentre la femmina è più piccola e il suo peso varia tra i 90 ed 110 kg. Il manto è bruno-rossiccio d’estate e tendente al grigio in inverno; visto da dietro il suo fondoschiena è a forma di cuore caratterizzato dal pelo bianco con al centro una coda piuttosto corta che a medie distanze non è neanche riconoscibile. I maschi adulti sono inequivocabilmente distinguibili dal palco, più o meno grande e ramificato a seconda dell’età, ma non tutto l’anno: a febbraio circa, non avendo più la sua funzione di “arma da combattimento”, il palco cade. Questo avviene per ottimizzare le sue risorse, portare sulla testa degli appendici ramificate molto grandi è un dispendio inutile di energie e un ingombro per muoversi nel bosco dove la vegetazione può farsi piuttosto fitta. Il palco ricomincia dopo poco il suo ciclo di crescita per essere pronto al massimo del suo sviluppo e robustezza a settembre, per la stagione degli amori del cervo.
Essendo prettamente vegetariano è possibile avvistarlo a quote montane o pedemontane mentre pascola in praterie di graminacee dove nelle vicinanze siano presenti boschi d’alto fusto, composti prevalentemente da conifere o faggi, luoghi ideali per rifugiarsi e trovare qualche gemma e foglia per completare la sua dieta.
Il bramito: occasione per saperne di più e metodo di censimento.
Durante questo periodo di contese e corteggiamenti, vengono organizzate molte escursioni per ascoltare il grido d’amore del cervo. Lo scorso sabato, ad esempio, le guide ambientali escursionistiche del Dynamo Camp hanno condotto un gruppo di quasi 100 persone nell’Oasi WWF del Dynamo, nei pressi di Prunetta (Pt), alla scoperta del bosco e dei suoi abitanti. In particolare, i molti bambini presenti hanno avuto l’opportunità di udire più e più volte il bramito, simbolo della prestanza e maestosità dell’indiscusso re delle nostre foreste. Sul calar della sera, i gravi quanto prorompenti vocalizzi di sfida riecheggiavano nelle vallate di entrambe i versanti, tra lo stupore della “platea” e un po’ di timore dei più piccoli.

L’Oasi, nata nel 2006, ha un’estensione di quasi 1000 ettari in ambiente preappenninico e ricade nei comuni di San Marcello Pistoiese e Piteglio (Pt).
Non solo, sempre all’interno dell’Oasi Dynamo, vengono programmati insieme agli enti locali gli ascolti coordinati per censire la popolazione presente, proprio in base al numero e alla localizzazione dei bramiti uditi. Relativamente di recente è diventato un vero e proprio metodo di censimento, che, affiancato a varie sessioni di avvistamento durante l’anno, determina informazioni e parametri attendibili sulla struttura e dimensione della popolazione di cervi di una data area.